DISASTRI AUTUNNALI
Un ottobre particolarmente mite e asciutto ha raggiunto l’apice il giorno 24, con temperature molto elevate per la stagione in corso e leggeri venti caldi ovunque (a Colere si è arrivati a 23,4 gradi, con calde brezze leggere). Il tramonto del giorno 24 è stato particolare e spettacolare in tutto il Nord Italia e anche in Valle di Scalve non ha fatto eccezione: la causa era dovuta alla presenza di uno strato di nuvole formato soprattutto da altocumuli lenticolari, costituiti anche da piccoli cristalli di ghiaccio. Questo genere di nuvole si forma quando venti intensi valicano una catena montuosa: con venti di caduta dalle Alpi (Föhn) sì è creata proprio questa situazione, amplificata da particolari condizioni di temperatura e umidità dell’atmosfera.
Anche l’alba del giorno 25 ha regalato colori straordinari e dal giorno 26 sono iniziate le prime piogge della stagione, che però nei giorni 27 e 28 sono diventate incessanti e torrenziali, facendo registrare misure notevoli (mm. 187,2 il giorno 27 e mm. 122,9 il giorno 28).
Nelle foto sottostanti il fiume Dezzo e il torrente Povo in località Ponte Formello (foto scattate il giorno 29).
Notevoli disagi, causati da smottamenti importanti, hanno causato danni rilevanti sulle strade scalvine: in particolare a Colere si è registrata una frana sotto Magnone (foto da internet)
Danni più ingenti e difficilmente risolvibili in territorio di Vilminore, interrompendo la transitabilità da Vilminore a Bueggio e da Vilminore a Sant’Andrea (la prima aperta il 25 marzo 2019, mentre la seconda aperta dal 23 novembre) – foto da internet
Anche il giorno 29 le precipitazioni sono state molto intense, rese più ostili da venti inconsueti. In particolare Colere, fin dalle prime ore del pomeriggio, è stata interessata da venti fortissimi provenienti da Nord est; una rapidissima caduta della pressione barometrica ha preannunciato il peggio, causando richiami di vento e di potenti correnti d’aria. Il vento e le piogge si sono intensificati, assumendo caratteristiche di bufera e di burrasca.
In tarda serata, nella zona di Colere il vento ha raggiunto la ragguardevole velocità di 124 km orari, causando danni ingenti sul territorio: tetti divelti o rovinati, smottamenti e frane, alberi divelti ovunque con una furia devastante e senza precedenti, a memoria d’uomo vivente. La maggior parte del paese è rimasta senza corrente elettrica per oltre 24 ore, a causa degli alberi caduti ovunque sulle linee elettriche. In seguito, tramite l’ausilio di generatori è stata assicurata l’elettricità, in attesa della ricerca dei guasti e del ripristino della normalità.
Molti sono stati anche gli alberi caduti sulle strade soprattutto nel tratto Grana – Colere, che hanno reso difficoltoso il transito di chi, in serata o nella notte, stava rientrando a casa. Infiniti gli interventi per tagliare questi alberi e assicurare la viabilità, effettuati sotto un diluvio incessante e un vento pauroso. Durante la notte le temperature sono scese parecchio, imbiancando tutte le cime montuose anche fino a quote basse. Nelle foto sottostanti, alcune immagini dei danni causati alle coperture delle abitazioni e alla quantità di lamiere sparse ovunque per il paese.
In particolare il patrimonio boschivo colpito dall’uragano è collocato nella zona sovrastante il paese (a monte della Via Larga), e in tutta la fascia a sinistra di essa, fin sopra la frazione di Grana. Anche la zona boschiva a destra delle Strinade, detta “Rie” e posta sopra la località Pissone, è stata deturpata dalle fortissime raffiche di vento (foto sotto)
Duramente distrutta la pineta del Pian di Vione e la zona posta all’inizio del paese (ex Ragno Blu), anche se in generale tutti i boschi collocati nella fascia a monte del paese riportano ferite devastanti. Nelle foto sottostanti, alcune immagini eloquenti (le prime due sono nella zona del Ragno Blu, le restanti sono nel Pian di Vione e zone limitrofe)